Mi sono sempre prefigurato una sorta di scala in base alla quale si possa vivere l'esperienza dell'automodellismo dinamico e goderne in proporzione (figuratevi come sono ridotto...)
1° grado: penso sia capitato a tutti, si compra un modello, anche in scala importante, lo si prova in un piazzale, se piccolo anche in salotto, si fa un minimo di messa a punto per migliorare la guidabilità, si prende dimestichezza con i comandi, dopodiché, dopo 4 o 5 volte, il modello finisce su qualche scaffale o, nei tempi più recenti, sul mercatino di qualche forum...
2° grado: si ha la fortuna di poter provare il modello in pista: la prospettiva cambia radicalmente, i vincoli del percorso da seguire costituiscono una prova con cui confrontarsi davvero stimolante; cresce la febbre del modellista ma se non ci si evolve da questa situazione il rischio scaffale è sempre dietro l'angolo...
3° grado: c'è l'opportunità di correre sulla pista con uno o altri amici: ecco che si aggiunge un altro ingrediente, lo scontro/confronto diretto con altri, si capisce qual è il proprio livello rispetto ad altri appassionati, si cerca di migliorare, di batterli, si crea un momento di aggregazione sociale che aiuta molto ad allontanare i pericoli dell'abbandono...
4° grado: gli amici appassionati, dotati di una pista, riescono a procurarsi un contagiri/cronometro automatizzato: gli ingredienti ci sono tutti, si possono ricreare degli eventi tali e quali alla realtà, ci si può misurare con sè stessi oltre che rispetto agli altri, si possono fare delle vere e proprie gare a tempo o a giri, la tenuta della passione è spesso determinata più da fattori esogeni (lavoro, famiglia) o al più da dinamiche all'interno del gruppo stesso ma, se questo tiene, si potranno passare tante serate coinvolgenti e divertenti in compagnia.
E, fin qui, niente di particolarmente nuovo; da una decina di mesi mi sono però fatto contagiare dal virus del "realistic driving and track", come da altri battezzato, ebbene:
5° grado: tutti gli ingredienti di cui sopra buttati dentro ad una pista che riproduce (in misura più o meno spinta) una pista vera, sia sotto l'aspetto delle proporzioni, sia dal punto di vista dell'ambientazione e quindi della riproduzione degli elementi presenti su un vero circuito; a incominciare da un circuito delimitato da cordoli e prato anziché da un muretto, per continuare con la riproduzione di particolari quali box, tribune, ecc. La guida cambia un po’, ma neanche poi tanto; d’altronde anche su una pista larga tipo mini-96 (sto parlando per lo standard dNaNo) il tratto di pista entro cui si corre per seguire la traiettoria ideale non è più largo di 25-30 cm. Anche la velocità, dopo che si è preso un po’ la mano, non è tanto inferiore a quella ottenibile in condizioni più “agevoli”. Tanto più che lo spazio offerto dai cordoli e prato può essere utilizzato, certo passandoci con cautela, cercando di non slittarci sopra, di non rimanere a cavallo di un cordolo, di non girarsi sul prato che comunque risulta più scivoloso, proprio come accade in realtà. E' un po' quello che ho già fatto vedere nel video relativo alla mia pista:
Ma, certo, non immaginavo che si potesse ancora salire di un grado ed arrivare al mitico “6° grado”…
6° grado: tutto quello di cui sopra… by night! Ho installato il kit luci su due modelli dNaNo (una Mazda 787 e una Jaguar XJR9 adattata da un kit Heller), modalità luci sempre accese (voglio dire che non si spengono se ci si ferma, le luci rosse posteriori non si accendono solo quando si va in retro ma restano sempre accese), motore stock, in questa configurazione la durata delle batterie resta più che soddisfacente, il consumo di questi led è davvero ridottissimo. Ma, a questo punto, lascio spazio alle immagini, vi presento il 6° grado di godimento nel guidare un automodello radiocomandato… night time!
Ultima modifica di pierberz il 06/09/2012, 8:21, modificato 1 volta in totale.
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Grandissimo!!! Ti auguro di scoprire anche il 7° grado e via così... Anche per me l'automodellismo dinamico è da 20 anni una febbre che aumenta sempre più! l'unica soluzione è continuare ad alimentarla con nuove sfide e nuovi traguardi. Grande Pier! continua così e dimentica le mensole...
Sì, scusate, sono stato via nel week-end... Intanto grazie a tutti degli apprezzamenti... poi confermo, come correttamente anticipato da wolfest (e come precisato nel commento al 6° grado), che la Jaguar è quella di Heller, adattata senza particolari modifiche; vista la delicatezza del supporto per l'alettone posteriore, l'ho realizzato in gomma flessibile e così è diventato davvero resistente, si piega e torna immediatamente nella posizione iniziale.